Quando si parla di certificazioni GIA, IGI e HRD siamo nell’ambito della certificazione dei diamanti, ovvero di quelle certificazioni che, dopo un’accuratissima analisi delle caratteristiche fisiche, ne attestano l’autenticità e il valore. La certificazione di un diamante è quindi la sua di “carta d’identità”.
Il processo di certificazione dei diamanti ha come scopo principale quello di verificare se tali pietre preziose abbiano un’origine naturale, se siano state sottoposte a trattamenti migliorativi oppure se si tratti di un prodotto sintetico ottenuto attraverso sofisticatissimi sistemi. Distinguere un diamante naturale da uno sintetico non è un’operazione banale e richiede, oltre alla grande esperienza del professionista gemmologo, anche un’attrezzatura molto sofisticata.
Una volta che l’origine naturale del diamante è dimostrata, il certificato documenterà i suoi parametri quantitativi (peso e dimensioni) e qualitativi (taglio, colore, purezza e fluorescenza) e ciò permetterà una sua più precisa valutazione.
Certificazioni GIA, IGI e HRD: cosa sono?
Quando si parla di certificazione dei diamanti, è ricorrente il riferimento ad acronimi come GIA, IGI, HRD. Con queste tre sigle si fa riferimento a tre dei più prestigiosi istituti gemmologici a livello mondiale. GIA sta per Gemological Institute of America; IGI sta per International Gemological Institute, mentre HRD sta per Hoge Raad voor Diamant.
GIA – L’Istituto Gemmologico Americano è uno dei più noti, se non addirittura il più noto centro di ricerca di mineralogia; è un’istituzione no-profit fondata in California nel 1931. È famosa per aver messo a punto il noto metodo delle 4 C (Four C’s method) utilizzato come standard nella classificazione dei diamanti: Cut (Taglio), Clarity (Purezza), Color (Colore) e Carat Weight (Peso in Carati). I diamanti di tutto il mondo vengono classificati seguendo questi criteri. Tutti gli operatori del settore riconoscono il GIA come istituzione indipendente e imparziale. Il ramo d’istruzione del GIA conferisce, fra gli altri, il diploma di laurea in Gemmologia; questo titolo di studio è il non plus ultra nell’ambito della gemmologia. La “firma” della certificazione GIA è un’incisione laser che viene fatta sul bordo del diamante; si tratta di numeri che identificano il certificato. L’incisione non altera la purezza della pietra ed è invisibile a occhio nudo.
IGI – L’Istituto Gemmologico Internazionale è uno dei più prestigiosi istituti nell’ambito della certificazione delle pietre preziose; è stato fondato nel 1975 ad Anversa, la “città dei diamanti” per eccellenza. Come la certificazione GIA, anche quella IGI ha valore a livello mondiale e prova incontestabilmente l’autenticità della pietra preziosa. Moltissimi sono i laboratori IGI situati in varie parti del mondo. Anche nel caso della certificazione IGI, i gemmologi analizzano caratteristiche quali colore, taglio, purezza, peso, brillantezza e dimensioni. L’Istituto Gemmologico Internazionale vanta diversi primati, fra cui quello di essere stato il primo a introdurre il brevetto d’incisione a scrittura laser per contrassegnare in modo univoco i diamanti.
HRD – L’Alto Consiglio del Diamante è un istituto fondato nel 1973 ad Anversa e come gli istituti citati precedentemente ha una grandissima reputazione a livello mondiale. L’HRD rilascia una doppia certificazione: la prima attesta che la pietra preziosa è autentica (quindi naturale e non sintetica); la seconda, invece, prende in considerazione le varie caratteristiche della pietra preziosa (peso, colore, taglio, purezza, fluorescenza dimensioni, qualità, ecc.). L’HRD è noto per essere particolarmente rigido nelle sue valutazioni.
In conclusione, un diamante che abbia una di queste certificazioni può essere rivenduto con una certa facilità, visto il grandissimo credito che questi tre prestigiosi istituti hanno a livello internazionale.